
Astyanax bimaculatus
Two-spot Astyanax
pH | Durezza Totale | Temperatura | Dimensioni |
---|---|---|---|
6.0 – 7.5 | 4° – 15° dGH | 22° – 28°C | 10 cm |

Habitat naturale
È una specie ampiamente distribuita in Sud America, con presenza documentata nei principali bacini idrografici tra cui il Rio delle Amazzoni, il Rio São Francisco, il Rio Paraná, e numerosi fiumi costieri del Brasile orientale. Si trova anche nei sistemi fluviali del Venezuela, Colombia, Guyana, Suriname e Guyana Francese. Predilige acque dolci di pianura e collinari, frequentando sia i corsi principali dei fiumi che i tributari minori. È una specie estremamente adattabile che colonizza con successo anche ambienti artificiali come canali di drenaggio, bacini di irrigazione e laghi artificiali. La sua distribuzione altitudinale si estende dal livello del mare fino a circa 800 metri di altitudine, con maggiore abbondanza nelle zone di pianura. La capacità di adattamento a diversi habitat ha contribuito alla sua ampia distribuzione geografica e al successo ecologico in diversi ecosistemi acquatici sudamericani.
Ambiente
Abita principalmente grandi fiumi a corrente moderata, piccoli ruscelli, stagni e bacini artificiali. Predilige acque relativamente chiare o leggermente torbide, con temperature comprese tra 22 e 28 °C. Il substrato degli habitat naturali è tipicamente composto da sabbia, ghiaia, ciottoli e materiale organico in decomposizione. La vegetazione riparia e acquatica è generalmente abbondante, fornendo rifugio e aree di alimentazione. I parametri chimici dell’acqua variano considerevolmente attraverso il suo areale, ma generalmente si adatta a pH tra 6.0 e 7.5 e durezza da moderata a media (4-15 °dGH). È particolarmente abbondante in zone con moderata copertura vegetale che fornisce ombra parziale e contribuisce all’apporto di materiale organico alloctono. Mostra una notevole tolleranza a variazioni stagionali nei livelli dell’acqua, adattandosi sia a periodi di piena che di magra. Questa plasticità ecologica gli permette di sopravvivere in condizioni ambientali variabili, contribuendo alla sua ampia distribuzione geografica e al successo come specie colonizzatrice di nuovi habitat, inclusi quelli modificati dall’uomo.
Dimensioni
Raggiunge una lunghezza massima di circa 17,5 cm (lunghezza totale) e un peso massimo di circa 92 g, sebbene la taglia media in natura si attesti intorno ai 10-12 cm. Le femmine tendono a raggiungere dimensioni leggermente maggiori rispetto ai maschi. In acquario, le dimensioni sono generalmente inferiori, con esemplari che raramente superano i 12-14 cm di lunghezza totale. La crescita è relativamente rapida nei primi mesi di vita, rallentando progressivamente con l’avvicinarsi alla maturità sessuale. Non sono state documentate significative differenze dimensionali tra popolazioni di diverse aree geografiche, sebbene esemplari provenienti da ambienti più ricchi di nutrienti tendano a raggiungere taglie maggiori rispetto a quelli di acque più oligotrofiche.
Aspetto fisico
Corpo:
Il corpo è compresso lateralmente e di forma ovale allungata, con profilo dorsale più arcuato rispetto a quello ventrale che risulta quasi rettilineo. La struttura corporea è robusta ma elegante, con una muscolatura ben sviluppata che conferisce agilità nei movimenti. Le squame sono relativamente grandi e ben aderenti, disposte in file regolari, con circa 33 squame lungo la linea laterale che è completa e leggermente curva verso il basso nella parte anteriore. A differenza di altre specie congeneri, le squame non presentano raggi distinti che si irradiano da un punto centrale. Il peduncolo caudale è relativamente stretto e robusto, adatto a rapidi scatti e manovre agili. L’altezza massima del corpo si trova generalmente in corrispondenza dell’origine della pinna dorsale, da dove si assottiglia gradualmente verso il peduncolo caudale. La proporzione tra lunghezza e altezza del corpo può variare leggermente in base alle condizioni ambientali e alla disponibilità di cibo.
Colorazione:
La colorazione di base presenta dorso verde-oliva scuro che sfuma in toni argentei sui fianchi, mentre la regione ventrale è bianco-argentea. Una caratteristica distintiva è la presenza di una fascia laterale argentea brillante che corre dall’opercolo fino alla base della pinna caudale. Come suggerisce il nome scientifico, possiede due macchie scure ben definite: la prima (macchia omerale) è situata posteriormente all’opercolo, di forma ovale orizzontale; la seconda si trova sul peduncolo caudale, spesso estendendosi leggermente sulla base della pinna caudale. Le pinne sono generalmente traslucide o leggermente giallastre, con la base della pinna dorsale e il lobo superiore della caudale che possono presentare colorazioni rosse, rosa o gialle, particolarmente vivaci durante il periodo riproduttivo. L’intensità della colorazione varia in base all’età, allo stato di salute, all’habitat e allo stato riproduttivo. I giovani esemplari presentano colorazione più tenue rispetto agli adulti, con macchie meno definite. In condizioni ottimali di salute e durante il periodo riproduttivo, i colori diventano più intensi e brillanti, specialmente nei maschi.
Testa:
La testa è relativamente piccola e appuntita, con profilo superiore leggermente convesso. La bocca è terminale e obliqua, con apertura moderata e mascella inferiore leggermente prominente. I denti sono disposti in due serie sulla mascella superiore: la serie esterna è composta da denti conici semplici, mentre quella interna presenta denti multicuspidati, adattamento che permette una dieta onnivora. Gli occhi sono grandi e posizionati lateralmente nella parte superiore della testa, conferendo un ampio campo visivo. Le narici sono ben sviluppate e posizionate anteriormente agli occhi. Gli opercoli sono robusti e ben definiti, con margini posteriori lisci. La testa presenta la stessa colorazione del corpo, con tonalità più scure nella parte superiore e argentee in quella inferiore. La proporzione della testa rispetto al corpo è armoniosa, rappresentando circa il 25-30% della lunghezza standard.
Occhi:
Gli occhi sono relativamente grandi e prominenti, posizionati lateralmente nella parte superiore della testa, con una leggera orientazione verso l’alto. Il diametro oculare è considerevole in proporzione alle dimensioni della testa, rappresentando circa il 25-30% della lunghezza cefalica. L’iride è di colore dorato o giallo-argenteo brillante, con pupilla nera ben definita. La posizione e le dimensioni degli occhi conferiscono un ampio campo visivo, particolarmente utile per individuare predatori dall’alto e prede in tutta la colonna d’acqua. Non è presente una membrana adiposa evidente come in alcuni caracidi. La visione è ben sviluppata e gioca un ruolo fondamentale nella localizzazione del cibo, nel riconoscimento dei conspecifici e nell’evitamento dei predatori. In condizioni di scarsa illuminazione, la pupilla si dilata considerevolmente, permettendo una buona visione anche in ambienti ombreggiati o durante le ore crepuscolari.
Pinne:
La pinna dorsale è posizionata circa a metà del corpo, di forma triangolare con margine distale leggermente convesso. È composta da 10-11 raggi, di cui il primo è non ramificato. La pinna anale è relativamente lunga, con base estesa e 26-30 raggi, conferendo un profilo distintivo alla parte posteriore ventrale del corpo. La pinna caudale è ampiamente forcuta con lobi appuntiti di uguale lunghezza, composta da 19 raggi principali, adatta per rapidi scatti e manovre agili. Le pinne pettorali sono ben sviluppate, di forma ovale-appuntita, posizionate in basso sui fianchi subito dietro l’opercolo, con 12-14 raggi. Le pinne ventrali (pelviche) sono relativamente piccole, posizionate approssimativamente sotto l’origine della pinna dorsale, con 8 raggi. La colorazione delle pinne è generalmente traslucida o leggermente giallastra, con la base della dorsale e il lobo superiore della caudale che possono presentare tonalità rosse, rosa o gialle, particolarmente evidenti durante il periodo riproduttivo. Non sono presenti filamenti o estensioni particolari in nessuna delle pinne, caratteristica che aiuta a distinguere questa specie da altri caracidi simili.
Dimorfismo sessuale
Maschi – Caratteristiche Morfologiche:
I maschi sono generalmente più piccoli e slanciati rispetto alle femmine, con una lunghezza media inferiore di circa il 10-15%. Presentano un profilo ventrale più rettilineo e corpo meno alto in proporzione alla lunghezza. La colorazione tende ad essere più intensa, specialmente durante il periodo riproduttivo, con riflessi metallici più evidenti e tonalità rosse o gialle più vivaci alla base della pinna dorsale e sul lobo superiore della caudale. Le pinne anale e dorsale possono apparire leggermente più appuntite rispetto alle femmine, sebbene questa differenza non sia sempre marcata. Durante il periodo riproduttivo, possono sviluppare piccoli tubercoli nuziali sulla testa e sulle pinne pettorali, anche se meno evidenti rispetto ad altre specie di caracidi. Il comportamento è generalmente più attivo e territoriale, specialmente in prossimità della riproduzione, quando i maschi difendono piccole aree e corteggiano attivamente le femmine con display laterali e inseguimenti.
Femmine – Caratteristiche Morfologiche:
Le femmine raggiungono dimensioni maggiori rispetto ai maschi, con una lunghezza che può superare di circa il 10-15% quella dei maschi della stessa età. Il corpo è più alto e robusto, con un profilo ventrale notevolmente più convesso, caratteristica che diventa particolarmente evidente durante il periodo riproduttivo quando l’addome si espande per accogliere le uova in maturazione. La colorazione è generalmente meno intensa rispetto ai maschi, con riflessi metallici più attenuati e colorazioni rosse o gialle meno pronunciate sulle pinne. La pinna anale tende ad avere un margine più arrotondato rispetto a quella dei maschi. Durante il periodo riproduttivo, l’ovopositore può diventare visibile come una piccola protuberanza tra le pinne ventrali e l’anale. Il comportamento è generalmente meno territoriale e aggressivo rispetto ai maschi, con maggiore tendenza a formare gruppi coesi, specialmente al di fuori del periodo riproduttivo.
Durante il periodo riproduttivo:
Durante il periodo riproduttivo, le differenze tra i sessi diventano più evidenti. I maschi intensificano notevolmente la loro colorazione, con un incremento dei riflessi metallici e un’accentuazione delle tonalità rosse o gialle alla base della pinna dorsale e sul lobo superiore della caudale. Possono sviluppare piccoli tubercoli nuziali sulla testa e sulle pinne pettorali, sebbene questi siano meno evidenti rispetto ad altre specie di caracidi. Il comportamento diventa marcatamente più territoriale e dimostrativo, con frequenti esibizioni laterali, inseguimenti e tremolii per attirare l’attenzione delle femmine. Le femmine sviluppano un addome notevolmente più prominente e rotondeggiante a causa delle uova in maturazione, con l’ovopositore che diventa chiaramente visibile. La loro colorazione può intensificarsi leggermente, ma mai quanto quella dei maschi. Si mostrano più ricettive agli approcci dei maschi, rispondendo positivamente ai display di corteggiamento quando sono pronte per la deposizione. L’interazione tra i sessi durante questo periodo è caratterizzata da una complessa sequenza comportamentale che culmina nella deposizione e fecondazione delle uova, tipicamente su substrati vegetali o tra detriti sul fondo.
Comportamento
Comportamento in natura:
È una specie gregaria che in natura forma banchi numerosi, composti da decine o centinaia di individui, specialmente nelle fasi giovanili. Questi gruppi sono generalmente misti, comprendendo sia maschi che femmine, sebbene durante il periodo riproduttivo si osservi una tendenza alla formazione di coppie o piccoli gruppi riproduttivi. All’interno dei banchi si stabilisce una gerarchia sociale flessibile, con individui dominanti che occupano posizioni centrali e hanno accesso prioritario alle risorse alimentari. La comunicazione intraspecifica avviene principalmente attraverso segnali visivi, con posture corporee e display di pinne che segnalano intenzioni territoriali o riproduttive. Il comportamento di banco offre protezione contro i predatori attraverso l’effetto di diluizione e la confusione visiva, oltre a facilitare la ricerca di cibo. Gli individui mantengono distanze relativamente costanti tra loro durante il nuoto, con rapidi aggiustamenti sincronizzati in risposta a stimoli esterni come potenziali minacce o fonti di cibo. Al di fuori del periodo riproduttivo, l’aggressività intraspecifica è generalmente limitata a brevi display e inseguimenti, senza causare danni fisici significativi.
Comportamento in acquario:
In acquario, mantiene la sua natura gregaria e dovrebbe essere tenuto in gruppi di almeno 6-8 esemplari per esprimere comportamenti naturali e ridurre lo stress. Occupa principalmente lo strato medio e superiore della colonna d’acqua, scendendo occasionalmente verso il fondo per alimentarsi. È una specie attiva e vivace, in costante movimento durante le ore diurne, con picchi di attività nelle prime ore del mattino e al tramonto. Mostra curiosità verso l’ambiente circostante e si adatta rapidamente a riconoscere la routine di alimentazione, rispondendo prontamente alla presenza dell’acquariofilo. Il comportamento territoriale è generalmente limitato, con occasionali display tra maschi dominanti che raramente sfociano in aggressioni serie. In acquari troppo piccoli o con gruppi insufficienti, possono manifestarsi comportamenti stressati come nuoto nervoso, tendenza a nascondersi o aggressività anomala. Interagisce pacificamente con la maggior parte delle specie di taglia simile, sebbene possa occasionalmente mostrare comportamenti di caccia verso pesci molto piccoli o avannotti. Si adatta bene a diversi tipi di allestimento, mostrando preferenza per acquari con aree aperte per il nuoto e zone piantumate per rifugio. Risponde positivamente all’arricchimento ambientale come correnti variabili, diversi substrati e strutture che creano microhabitat differenziati.
Allevamento
La vasca ideale:
Richiede un acquario di almeno 80-100 litri per un gruppo di 6-8 esemplari, con una base rettangolare che garantisca una buona superficie di nuoto orizzontale. Essendo una specie attiva che utilizza principalmente gli strati medi e superiori della colonna d’acqua, l’acquario dovrebbe avere una lunghezza di almeno 80-100 cm. Il substrato ideale è costituito da sabbia fine o ghiaia di granulometria media, preferibilmente di colore scuro per far risaltare la colorazione argentea dei pesci. L’allestimento dovrebbe includere sia aree aperte per il nuoto che zone densamente piantumate per offrire rifugio e ombra. Radici, legni e rocce possono essere utilizzati per creare strutture e definire territori. La vegetazione dovrebbe includere sia piante a crescita rapida che specie più robuste, considerando che questa specie può occasionalmente mordicchiare le foglie più tenere. I parametri dell’acqua dovrebbero mantenersi su valori medi: temperatura tra 22 e 28 °C, pH tra 6.0 e 7.5, durezza tra 4 e 15 °dGH. È consigliabile una filtrazione efficiente che garantisca un ricambio d’acqua di 4-5 volte il volume dell’acquario all’ora, con un movimento dell’acqua moderato ma non eccessivo. L’illuminazione può essere di intensità media, con un fotoperiodo di 10-12 ore giornaliere. Piccoli cambi d’acqua settimanali (20-25%) contribuiscono a mantenere condizioni ottimali e stimolare comportamenti naturali.
Compatibilità con altre specie:
È una specie generalmente pacifica che si integra bene in acquari comunitari con pesci di dimensioni simili o leggermente maggiori. La sua natura gregaria fa sì che l’aggressività intraspecifica sia limitata, specialmente quando mantenuto in gruppi numerosi. Con i conspecifici mostra occasionali display territoriali tra maschi, che raramente sfociano in aggressioni serie. È compatibile con numerose specie di caracidi di taglia media come Moenkhausia sanctaefilomenae, Hyphessobrycon eques e varie specie di Hemigrammus. Si accompagna bene anche con Gymnocorymbus ternetzi, Paracheirodon innesi e specie simili che occupano gli strati medi della colonna d’acqua. Tra i ciclidi, può coesistere pacificamente con specie di piccola taglia e temperamento tranquillo come Mikrogeophagus ramirezi o Apistogramma spp. Ottima la convivenza con varie specie di Corydoras e altri pesci di fondo pacifici come Ancistrus sp. o Otocinclus sp. Da evitare la convivenza con pesci molto piccoli che potrebbero essere considerati prede, così come con specie aggressive o territoriali come ciclidi di grandi dimensioni o caracidi predatori. Anche pesci con pinne lunghe e fluttuanti come i Betta o i Gourami potrebbero essere oggetto di attenzioni indesiderate, specialmente da parte dei giovani esemplari che potrebbero tentare di mordicchiare le loro appendici. Le incompatibilità derivano principalmente da differenze di temperamento, requisiti ambientali contrastanti o significative disparità dimensionali.
Dimensioni della vasca
Per un gruppo di 6-8 esemplari è consigliato un acquario di almeno 80-100 litri, con una base rettangolare di circa 80-100 cm di lunghezza e 35-40 cm di larghezza. Essendo una specie attiva che utilizza principalmente gli strati medi e superiori della colonna d’acqua, la lunghezza è più importante dell’altezza, sebbene un’altezza di almeno 40-45 cm sia consigliabile per garantire un adeguato volume d’acqua e spazio per la nuotata verticale. Per gruppi più numerosi, è necessario aumentare proporzionalmente il volume, considerando circa 12-15 litri aggiuntivi per ogni esemplare oltre i primi otto. La densità di popolazione non dovrebbe superare un esemplare ogni 10-12 litri per mantenere una buona qualità dell’acqua e permettere l’espressione dei comportamenti naturali. Un acquario troppo piccolo o sovraffollato può causare stress, comportamenti anomali, maggiore aggressività e aumentata suscettibilità alle malattie. La forma rettangolare standard è ideale, poiché offre una buona superficie di nuoto orizzontale e facilita la creazione di correnti longitudinali che stimolano l’attività natatoria naturale di questa specie.
Fondo della vasca
Il substrato ideale è costituito da sabbia fine o ghiaia di granulometria media (2-4 mm), preferibilmente di colore scuro o neutro per far risaltare la colorazione argentea dei pesci e creare un ambiente più naturale. Lo spessore consigliato è di 3-5 cm, sufficiente per l’ancoraggio delle piante ma non eccessivo da favorire l’accumulo di detriti anaerobici. Sebbene questa specie non interagisca frequentemente con il substrato, occasionalmente può cercare cibo tra i granelli, quindi è importante evitare materiali taglienti o con bordi affilati. Sabbie fluviali naturali o ghiaie arrotondate sono ottime scelte. Per un allestimento più naturalistico, è possibile utilizzare una miscela di granulometrie diverse, creando aree con sabbia più fine per le piante a radici delicate e zone con ghiaia leggermente più grossolana per piante più robuste. L’aggiunta di argilla laterite o substrati nutritivi sotto lo strato superficiale può essere benefica per la crescita delle piante, contribuendo indirettamente alla salute dell’ecosistema acquatico. È importante lavare accuratamente qualsiasi substrato prima dell’introduzione in acquario per eliminare polveri e impurità che potrebbero intorbidire l’acqua o alterarne i parametri chimici.
Filtrazione dell’Acqua
È consigliata una filtrazione efficiente che garantisca un ricambio d’acqua di 4-5 volte il volume dell’acquario all’ora. I filtri esterni a canister rappresentano la scelta ottimale per acquari di medie e grandi dimensioni, offrendo ampio spazio per i materiali filtranti e minimo ingombro interno. In alternativa, filtri a cascata o interni di buona capacità possono essere adeguati per acquari più piccoli. I materiali filtranti dovrebbero includere spugne di diversa porosità per la filtrazione meccanica, materiali ceramici o bioballs per quella biologica e, facoltativamente, carbone attivo o resine specifiche per la filtrazione chimica. È importante che il flusso d’acqua crei una corrente moderata ma non eccessiva, in quanto questa specie apprezza un movimento dell’acqua che simuli quello dei fiumi e ruscelli naturali, ma potrebbe stressarsi in condizioni di corrente troppo forte. L’uscita del filtro può essere direzionata per creare un movimento circolare dell’acqua, stimolando comportamenti di nuoto naturali. La manutenzione regolare del sistema di filtrazione è fondamentale: le spugne meccaniche dovrebbero essere risciacquate ogni 2-3 settimane in acqua prelevata dall’acquario stesso, mentre i materiali biologici richiedono interventi meno frequenti per preservare le colonie batteriche benefiche. Il carbone attivo, se utilizzato, dovrebbe essere sostituito ogni 3-4 settimane per mantenerne l’efficacia.
Illuminazione
Richiede un’illuminazione di intensità moderata, che simuli le condizioni dei fiumi e ruscelli del suo habitat naturale dove la luce solare è parzialmente filtrata dalla vegetazione riparia. Per un acquario standard, un’intensità di circa 0.5 W/litro per illuminazione fluorescente o l’equivalente in LED (circa 30-40 lumen per litro) è generalmente adeguata. La temperatura di colore consigliata è di 6500-7000K, che riproduce una luce naturale bilanciata favorevole sia per i pesci che per le eventuali piante. Il fotoperiodo ottimale è di 10-12 ore giornaliere, possibilmente con periodi di transizione all’alba e al tramonto utilizzando timer programmabili con funzione dimmer. L’illuminazione eccessivamente intensa o prolungata dovrebbe essere evitata poiché può causare stress e favorire la proliferazione di alghe indesiderate. La presenza di piante galleggianti come Limnobium laevigatum o Salvinia natans può essere utile per creare zone di penombra, particolarmente apprezzate da questa specie, specialmente durante i periodi di riposo o riproduzione. Per un effetto più naturale e stimolante, è possibile creare un gradiente di illuminazione, con aree più illuminate e altre più ombreggiate, che permetta ai pesci di scegliere le condizioni preferite in diversi momenti della giornata.
Layout
Radici e legni
L’utilizzo di radici e legni contribuisce significativamente a creare un ambiente naturale e stimolante. Le tipologie più adatte includono radici di torbiera (Mopani), legno di mangrovia e legno di sava, tutti caratterizzati da buona resistenza all’immersione prolungata e basso rilascio di tannini (a meno che questo effetto non sia ricercato). Questi elementi dovrebbero essere disposti per creare strutture tridimensionali che offrano nascondigli, territori e percorsi di nuoto interessanti. Particolarmente efficace è la disposizione di rami o radici che si estendono dagli angoli verso il centro dell’acquario, creando zone di transizione tra aree aperte e piantumate. Per questa specie, che utilizza principalmente gli strati medi e superiori della colonna d’acqua, è consigliabile includere anche alcuni elementi verticali o diagonali che si estendano verso l’alto. Prima dell’introduzione in acquario, tutti i legni dovrebbero essere adeguatamente preparati mediante bollitura o ammollo prolungato per eliminare impurità e ridurre il rilascio di tannini (a meno che non si desideri un effetto acqua scura). Con il tempo, questi elementi si colonizzeranno naturalmente di biofilm e microalghe, diventando parte integrante dell’ecosistema acquatico e fornendo superfici di foraggiamento supplementari. La disposizione dovrebbe tenere conto delle necessità di manutenzione, lasciando spazio sufficiente per la sifonatura del fondo e la potatura delle piante.
Rocce e pietre
Le rocce e pietre possono essere utilizzate efficacemente per creare strutture, definire territori e aggiungere interesse visivo all’acquario. Le tipologie più adatte includono rocce ignee come basalto, granito o rocce vulcaniche, nonché ardesia e quarzite, tutte caratterizzate da basso rilascio di minerali che potrebbero alterare i parametri dell’acqua. È consigliabile evitare rocce calcaree come tufo o dolomite che potrebbero aumentare durezza e pH, a meno che non si desideri specificamente questo effetto. Le pietre dovrebbero essere disposte in gruppi naturali, evitando arrangiamenti troppo simmetrici o artificiali. Particolarmente efficaci sono le composizioni che creano anfratti, caverne e passaggi, offrendo rifugi e territori ai pesci. Per questa specie, che non interagisce frequentemente con il substrato, le strutture rocciose possono essere utilizzate principalmente come elementi paesaggistici e supporti per piante epifite come Anubias o Microsorum. La stabilità delle strutture è fondamentale: le rocce dovrebbero essere posizionate direttamente sul fondo dell’acquario prima di aggiungere il substrato, o assicurate saldamente per evitare crolli che potrebbero danneggiare i pesci o l’acquario stesso. Prima dell’introduzione, tutte le rocce dovrebbero essere accuratamente lavate con acqua calda e una spazzola rigida per rimuovere polvere e impurità, evitando l’uso di detergenti o sostanze chimiche.
Vegetazione
Una vegetazione varia e ben strutturata è fondamentale per creare un ambiente stimolante e naturale. Per lo strato basso sono ideali piante tappezzanti come Eleocharis parvula, Sagittaria subulata o Echinodorus tenellus, che creano un prato naturale senza ostacolare il nuoto. Nello strato medio prosperano specie come Cryptocoryne wendtii, Anubias barteri var. nana e Hygrophila polysperma, che offrono rifugi e zone d’ombra. Per lo strato alto, piante a crescita rapida come Vallisneria spiralis, Hygrophila difformis o Limnophila aquatica creano un effetto foresta sommersa e contribuiscono alla stabilizzazione dei parametri dell’acqua. Le piante galleggianti come Limnobium laevigatum, Pistia stratiotes o Salvinia natans sono particolarmente utili per creare zone di penombra e filtrare la luce, condizioni apprezzate da questa specie. La densità di piantagione consigliata è media, con circa il 50-60% della superficie coperta, concentrando la vegetazione sui lati e sul fondo, lasciando uno spazio centrale libero per il nuoto. È importante considerare che questa specie può occasionalmente mordicchiare le foglie più tenere, quindi è consigliabile scegliere piante relativamente robuste o a rapida crescita. La disposizione dovrebbe creare un gradiente di densità, con aree più fitte che offrono rifugio e zone più aperte per il nuoto e l’interazione sociale. Una vegetazione ben sviluppata non solo migliora l’estetica dell’acquario ma contribuisce significativamente alla qualità dell’acqua, alla stabilità dell’ecosistema e al benessere dei pesci.
Detriti e foglie
L’aggiunta controllata di detriti organici e foglie può contribuire a creare un ambiente più naturale, simulando le condizioni dei corsi d’acqua sudamericani dove questa specie vive. Le foglie di mandorlo indiano (Terminalia catappa), quercia o faggio sono particolarmente adatte, rilasciando gradualmente tannini che abbassano leggermente il pH e conferiscono all’acqua una leggera colorazione ambrata. Questi elementi non solo arricchiscono esteticamente l’acquario ma offrono benefici tangibili: le foglie fungono da superficie per la crescita di biofilm e microorganismi, creando microhabitat che stimolano comportamenti naturali di esplorazione e foraggiamento. È consigliabile introdurre 1-2 foglie di media dimensione ogni 30-40 litri, sostituendole quando si degradano completamente, generalmente ogni 3-4 settimane. Per un effetto più naturalistico, si possono aggiungere anche piccoli baccelli di Catappa o frammenti di corteccia di ontano. È importante monitorare attentamente l’effetto di questi materiali sui parametri dell’acqua, in particolare il pH, per evitare oscillazioni eccessive. La manutenzione prevede la rimozione parziale dei detriti più decomposti durante i cambi d’acqua regolari, mantenendo sempre una certa quantità di materiale organico per garantire continuità all’ecosistema microbico. Questo approccio, sebbene meno comune nell’acquariofilia tradizionale, riproduce più fedelmente le condizioni naturali e può contribuire significativamente al benessere e alla manifestazione di comportamenti naturali in questa specie.
Strutture artificiali
L’utilizzo di strutture artificiali dovrebbe essere limitato e attentamente selezionato per integrarsi armoniosamente con gli elementi naturali. Se necessarie, le strutture più appropriate includono tubi in ceramica non smaltata, ripari in terracotta o materiali sintetici specificamente progettati per acquari, come alcune radici o rocce artificiali di alta qualità che imitano fedelmente quelle naturali. Questi elementi dovrebbero essere posizionati in modo da sembrare parte integrante dell’ambiente, possibilmente parzialmente nascosti da piante o substrato. I materiali devono essere assolutamente sicuri e inerti, privi di vernici, colle o sostanze che potrebbero rilasciare componenti tossici in acqua. Sono da evitare categoricamente decorazioni in plastica colorata, oggetti metallici, ceramiche smaltate o elementi con bordi taglienti. Anche ornamenti kitsch come castelli, subacquei o elementi dai colori accesi sono inadatti in un acquario che mira a riprodurre l’habitat naturale di questa specie. Se si utilizzano strutture artificiali per necessità funzionali (ad esempio, nascondigli supplementari o supporti per piante), è consigliabile lasciarle colonizzare da alghe e biofilm prima dell’introduzione dei pesci, per ridurne l’aspetto artificiale e aumentarne il valore biologico. In generale, è sempre preferibile optare per materiali naturali quando possibile, riservando quelli artificiali solo per funzioni specifiche non ottenibili altrimenti.
Manutenzione dell’acquario
Cambio dell’acqua
Il regime ottimale prevede cambi settimanali del 20-25% del volume totale. In acquari molto piantumati e con bassa densità di popolazione, è possibile ridurre a cambi del 15-20% ogni 10 giorni. L’acqua nuova deve essere accuratamente preparata: temperatura equilibrata con quella dell’acquario (±1 °C), dechlorata con appositi condizionatori e, idealmente, con parametri simili a quelli dell’acquario per pH e durezza. Per sistemi con parametri specifici, potrebbe essere necessario preparare l’acqua in anticipo e stabilizzarla prima dell’introduzione. Durante la sifonatura, è consigliabile pulire solo parzialmente il substrato, concentrandosi sulle aree visibilmente sporche e lasciando intatte le zone con biofilm benefico. Particolare attenzione va posta alle zone sotto legni e rocce dove tendono ad accumularsi detriti organici. È importante evitare cambi d’acqua troppo abbondanti (>30%) che potrebbero causare stress da variazione improvvisa dei parametri, a meno che non si stia affrontando un’emergenza come un picco di ammoniaca. La regolarità è più importante del volume: cambi piccoli ma frequenti sono preferibili a cambi massivi occasionali. Durante i cambi d’acqua, è opportuno verificare e pulire le parti accessibili del sistema di filtrazione, come spugne prefiltranti o cestelli di aspirazione, senza disturbare i materiali biologici principali. Questa routine di manutenzione contribuisce significativamente alla salute dell’ecosistema acquatico e alla prevenzione di problemi a lungo termine.
Controllo dei parametri
Per garantire condizioni ottimali, è fondamentale monitorare regolarmente i parametri dell’acqua. I valori ideali sono: temperatura 22-28 °C, pH 6.0-7.5, GH 4-15 °dGH, KH 3-10 °dKH, ammoniaca e nitriti 0 mg/l, nitrati inferiori a 25 mg/l. Il monitoraggio dovrebbe avvenire almeno settimanalmente per pH, temperatura e nitrati, mentre ammoniaca e nitriti richiedono controlli più frequenti in acquari nuovi o dopo interventi significativi. Per misurazioni accurate sono consigliati test a goccia di buona qualità per i parametri chimici e termometri digitali per la temperatura. In caso di parametri anomali, è importante intervenire gradualmente: per correggere un pH troppo alto si possono aggiungere foglie di mandorlo o torba filtrante; per un pH troppo basso, piccoli cambi d’acqua con acqua leggermente più alcalina. L’aumento improvviso di ammoniaca o nitriti richiede immediati cambi parziali d’acqua e la verifica del sistema di filtrazione. Temperature eccessive possono essere corrette con l’aggiunta di bottiglie di acqua ghiacciata o ventilatori superficiali, mentre per temperature troppo basse è necessario regolare il termostato o aggiungerne uno supplementare. È particolarmente importante mantenere stabili i parametri nel tempo, evitando oscillazioni brusche che potrebbero causare stress ai pesci. Un registro dei parametri può essere utile per identificare tendenze a lungo termine e anticipare potenziali problemi prima che diventino critici.
Pulizia del substrato
La manutenzione del substrato richiede un approccio equilibrato che preservi l’ecosistema microbico benefico mentre rimuove l’eccesso di detriti organici. La frequenza ottimale prevede una pulizia parziale durante ogni cambio d’acqua settimanale, concentrandosi su aree diverse a rotazione per non disturbare eccessivamente l’equilibrio biologico. La tecnica consigliata utilizza un sifone di medio diametro (circa 2 cm) per rimuovere i detriti superficiali e quelli intrappolati tra i granuli del substrato. È fondamentale non pulire mai l’intero substrato in una singola sessione: idealmente, solo il 25-30% della superficie totale dovrebbe essere pulita ogni volta, seguendo un piano di rotazione settimanale. Nelle zone densamente piantate, è preferibile limitarsi a una leggera aspirazione superficiale senza disturbare le radici. Il substrato sotto legni e rocce, dove tendono ad accumularsi detriti, richiede particolare attenzione ma anche qui la pulizia dovrebbe essere graduale e parziale. Un certo livello di detriti organici è benefico per l’ecosistema acquatico, fornendo nutrienti alle piante e substrato per microorganismi utili. L’obiettivo non è un substrato perfettamente pulito ma un equilibrio sano tra pulizia e biodiversità microbica. In acquari maturi e ben equilibrati, con adeguata filtrazione biologica e moderata popolazione ittica, la frequenza di pulizia può essere ridotta, concentrandosi principalmente sulle aree visibilmente sporche o con accumuli eccessivi.
Ossigenazione dell’acqua
Richiede un’acqua ben ossigenata ma senza correnti eccessive. Il livello di ossigeno disciolto dovrebbe mantenersi sopra i 6 mg/l, condizione generalmente raggiungibile con una buona agitazione superficiale. Il metodo più efficace e naturale prevede l’orientamento dell’uscita del filtro verso la superficie per creare un leggero increspamento senza generare turbolenze eccessive. In acquari densamente popolati o con temperature elevate, che riducono la solubilità dell’ossigeno, può essere utile aggiungere un diffusore d’aria posizionato strategicamente per massimizzare la circolazione senza creare correnti dirette troppo forti. L’aerazione è particolarmente importante durante le ore notturne, quando le piante consumano ossigeno invece di produrlo. I segni di carenza di ossigeno includono pesci che bocheggiano in superficie, apatia generalizzata, respirazione accelerata e tendenza a stazionare vicino all’uscita del filtro o ai diffusori. In caso di emergenza, è possibile aumentare rapidamente l’ossigenazione abbassando temporaneamente il livello dell’acqua per incrementare l’agitazione superficiale, aggiungendo aeratori supplementari o aumentando il movimento dell’acqua con pompe di circolazione. Una buona piantumazione contribuisce significativamente all’ossigenazione durante le ore diurne, ma è importante bilanciare questo beneficio con la necessità di spazio aperto per il nuoto. Evitare l’eccessiva copertura della superficie con piante galleggianti, che potrebbe limitare lo scambio gassoso, mantenendo libero almeno il 30-40% della superficie.
Manutenzione generale
La manutenzione regolare è fondamentale per mantenere un ambiente sano e stabile. La vegetazione richiede potature periodiche delle piante a crescita rapida ogni 2-3 settimane, rimuovendo foglie ingiallite o danneggiate e controllando la diffusione di piante invasive, specialmente le galleggianti. La pulizia dei sistemi di filtrazione dovrebbe avvenire ogni 3-4 settimane, risciacquando i materiali meccanici con acqua prelevata dall’acquario per preservare i batteri benefici, sostituendo il carbone attivo se utilizzato e verificando l’efficienza della pompa. Evitare di pulire contemporaneamente il substrato e il filtro, mantenendo almeno una settimana di intervallo tra queste operazioni per preservare l’equilibrio biologico. Le apparecchiature tecniche richiedono controlli mensili: verifica del termostato con termometro indipendente, pulizia dei diffusori d’aria se presenti e rimozione di alghe o depositi calcarei dalle ventose e dai cavi. I vetri dell’acquario dovrebbero essere puliti secondo necessità, utilizzando raschietti magnetici o specifici per acquari, evitando prodotti chimici. Interventi straordinari includono la riorganizzazione occasionale di piante e decorazioni, da effettuare gradualmente per minimizzare lo stress. Il monitoraggio della salute prevede osservazioni quotidiane del comportamento dei pesci, verificando appetito, colorazione e reattività, con particolare attenzione a segni di stress come colori sbiaditi, pinne serrate o respirazione accelerata, che potrebbero indicare problemi nei parametri dell’acqua o l’insorgenza di patologie.
Sinonimi
Astianax bimaculatus | (Linnaeus, 1758) |
Astyanax bimaculatus | borealis Eigenmann, 1908 |
Astyanax bimaculatus | incaicus Tortonese, 1942 |
Astyanax fasciatus | bimaculatus (Linnaeus, 1758) |
Poecilurichthys brevoortii | Gill, 1858 |
Salmo bimaculatus | Linnaeus, 1758 |
Tetragonopterus bahiensis | Steindachner, 1877 |
Tetragonopterus bartlettii | Günther, 1866 |
Tetragonopterus gronovii | Valenciennes, 1850 |
Tetragonopterus linnaei | Valenciennes, 1850 |
Tetragonopterus maculatus | Müller & Troschel, 1845 |
Tetragonopterus orientalis | Cope, 1870 |
Tetragonopterus vittatus | Castelnau, 1855 |
Tetragonopterus wappi | Valenciennes, 1850 |
Abitudini alimentari
Dieta in natura
È una specie onnivora opportunista con tendenze carnivore. In natura, la sua dieta è estremamente varia e include piccoli invertebrati acquatici come larve di insetti, crostacei planctonici, vermi acquatici e piccoli molluschi. Integra questa alimentazione animale con materiale vegetale come alghe, perifiton e occasionalmente parti tenere di piante acquatiche. Una caratteristica interessante è la sua capacità di nutrirsi anche in superficie, catturando insetti caduti in acqua o altri materiali organici trasportati dalla corrente. In alcuni casi, è stato documentato un comportamento lepidofago (consumo di squame di altri pesci), sebbene questo rappresenti solo una parte marginale della dieta. Il foraggiamento avviene principalmente durante le ore diurne, con picchi di attività all’alba e al tramonto. Utilizza principalmente la vista per localizzare le prede, mostrando una notevole precisione nel catturare piccoli organismi in movimento. La bocca terminale leggermente rivolta verso l’alto è perfettamente adattata per l’alimentazione in diversi strati della colonna d’acqua. I denti multicuspidati nella fila interna delle mascelle sono specializzati per triturare materiale vegetale e invertebrati con esoscheletro, mentre i denti conici esterni sono adatti alla cattura e al trattenimento delle prede. Questa versatilità alimentare contribuisce significativamente al successo ecologico della specie, permettendole di adattarsi a diversi habitat e condizioni trofiche.
Dieta in acquario
In acquario, accetta facilmente una vasta gamma di alimenti, caratteristica che facilita notevolmente la sua manutenzione. La dieta dovrebbe essere varia e bilanciata per garantire un apporto completo di nutrienti. Come alimento base si consigliano mangimi secchi di alta qualità in fiocchi o piccoli granuli, con un contenuto proteico del 40-45%. Questi dovrebbero essere integrati regolarmente con cibi vivi o surgelati come Daphnia, Artemia salina, larve di zanzara rossa (Chironomus), Tubifex e piccoli vermi come Grindal o microworm. L’alimentazione vegetale può essere fornita attraverso fiocchi specifici a base vegetale, spirulina o piccole quantità di verdure sbollentate come spinaci, zucchine o piselli schiacciati. La frequenza alimentare ideale prevede 2-3 somministrazioni giornaliere di piccole quantità che vengano consumate completamente in 2-3 minuti. Un giorno di digiuno settimanale è benefico per prevenire problemi digestivi e l’accumulo di grassi. È importante evitare la sovralimentazione, che rappresenta una delle principali cause di deterioramento della qualità dell’acqua e può portare a obesità e problemi di salute correlati. Per esaltare la colorazione naturale, si possono utilizzare alimenti contenenti carotenoidi naturali o astaxantina. Durante il periodo riproduttivo o per esemplari giovani in crescita, è consigliabile aumentare leggermente la quantità di cibo vivo e la frequenza dei pasti, mantenendo sempre porzioni moderate per non compromettere la qualità dell’acqua.
Riproduzione
Riproduzione in natura
In natura, la riproduzione è fortemente influenzata dalle stagioni e dal regime delle piogge. Nelle regioni equatoriali con clima relativamente costante, può riprodursi durante tutto l’anno con picchi corrispondenti ai periodi di maggiore piovosità. Nelle aree con stagionalità più marcata, la riproduzione si concentra principalmente all’inizio della stagione delle piogge, quando l’aumento del livello dell’acqua, la diminuzione della durezza e del pH, e l’incremento della disponibilità di cibo creano condizioni ottimali. La gametogenesi avviene durante la stagione secca, preparando i riproduttori per l’inizio delle piogge. I fattori ambientali scatenanti includono cambiamenti nei parametri dell’acqua (temperatura, pH, conduttività), variazioni del fotoperiodo e disponibilità di cibo. La strategia riproduttiva è caratterizzata da fecondazione esterna, assenza di cure parentali e produzione di numerose uova di piccole dimensioni, tipica dei caracidi. I pesci si riproducono in piccoli gruppi, con diversi maschi che competono per le femmine ricettive. La deposizione avviene tipicamente nelle prime ore del mattino in zone con vegetazione sommersa fitta o tra radici sommerse, che offrono protezione alle uova dalla predazione. Il successo riproduttivo è favorito dall’abbondanza di microhabitat adatti alla deposizione e dalla sincronizzazione con le condizioni ambientali favorevoli alla sopravvivenza degli avannotti.
Modificazioni pre-riproduttive
Prima della riproduzione, entrambi i sessi subiscono modificazioni fisiologiche e comportamentali significative. I maschi sviluppano una colorazione notevolmente più intensa, con un incremento dei riflessi metallici e un’accentuazione delle tonalità gialle o rosse alla base della pinna dorsale e sul lobo superiore della caudale. Possono sviluppare piccoli tubercoli nuziali sulla testa e sulle pinne pettorali, sebbene questi siano meno evidenti rispetto ad altre specie di caracidi. Le femmine subiscono un evidente ingrossamento addominale dovuto allo sviluppo delle uova, con una distensione progressiva della cavità celomatica che può alterare significativamente il profilo ventrale. Sul piano comportamentale, i maschi diventano più territoriali e attivi, stabilendo e difendendo piccole aree in prossimità di potenziali siti di deposizione, generalmente zone con vegetazione fitta o radici sommerse. Aumenta significativamente l’attività di display, con maschi che nuotano lateralmente esibendo la massima superficie corporea per mettere in risalto la loro colorazione. Le femmine iniziano a mostrare maggiore interesse verso queste esibizioni, nuotando in prossimità dei territori maschili e valutando potenziali partner. L’intero processo è sincronizzato con i cambiamenti ambientali stagionali, in particolare l’inizio delle piogge, che segnala condizioni favorevoli per la sopravvivenza della prole.
Rituale di corteggiamento
Il corteggiamento segue una sequenza comportamentale elaborata che si svolge tipicamente nelle prime ore del mattino. Il processo inizia con il maschio che, dal suo territorio, esegue display laterali intensi, esibendo pienamente le sue pinne estese e la colorazione intensificata. Questi movimenti servono sia come segnale territoriale verso altri maschi sia come display per attrarre le femmine. Quando una femmina ricettiva si avvicina, il maschio intensifica il display con rapidi scatti laterali a zig-zag, posizionandosi perpendicolarmente alla femmina per mostrarle il fianco nella sua massima estensione. Questo comportamento è intervallato da brevi inseguimenti e ritorni, durante i quali il maschio guida la femmina verso il sito di deposizione prescelto. La femmina risponde con movimenti più contenuti, nuotando lentamente in prossimità del maschio e occasionalmente tremando leggermente. Man mano che il corteggiamento progredisce, i due pesci iniziano a nuotare in cerchi sempre più stretti, con il maschio che mantiene una posizione leggermente più bassa rispetto alla femmina. Questo comportamento può durare da 15 a 30 minuti, intensificandosi gradualmente fino al momento della deposizione. Gli stimoli ambientali che influenzano questo rituale includono l’intensità luminosa, che deve essere relativamente bassa, e la presenza di vegetazione fitta o radici sommerse che forniscono sia protezione che substrato per le uova. L’interazione può essere interrotta da disturbi esterni o dalla competizione di altri maschi, richiedendo in tal caso una ripresa del corteggiamento dall’inizio.
Deposizione e fecondazione
La deposizione delle uova avviene attraverso una serie di brevi atti riproduttivi. La femmina e il maschio si posizionano fianco a fianco, spesso tra la vegetazione fitta o le radici sommerse, con i corpi leggermente incurvati l’uno verso l’altro formando una sorta di C rovesciata. Con un rapido tremito sincronizzato che dura 1-2 secondi, la femmina rilascia un piccolo gruppo di uova mentre contemporaneamente il maschio emette lo sperma per la fecondazione esterna. Questo comportamento si ripete più volte nell’arco di 1-2 ore, con brevi pause tra un rilascio e l’altro. Durante ogni singolo atto vengono rilasciate 10-20 uova, per un totale che può variare da 500 a oltre 1000 uova per femmina. Le uova sono piccole (circa 1 mm di diametro), leggermente adesive e tendono a disperdersi tra la vegetazione o a depositarsi sul substrato. La leggera adesività permette loro di attaccarsi temporaneamente a foglie, radici o altri substrati, riducendo il rischio di essere trasportate dalla corrente o predate immediatamente. La fecondazione avviene istantaneamente al momento del rilascio, con una percentuale di successo generalmente elevata in condizioni ottimali. Dopo la deposizione, né il maschio né la femmina mostrano alcun interesse per le uova, che vengono abbandonate al loro destino. Questa strategia riproduttiva compensa l’assenza di cure parentali con un elevato numero di uova prodotte e ripetuti eventi riproduttivi durante la stagione favorevole.
Cure parentali
Non esibisce cure parentali dopo la deposizione e fecondazione delle uova. Una volta completato il processo riproduttivo, entrambi i genitori abbandonano il sito di deposizione, lasciando le uova senza protezione. Questa strategia riproduttiva, comune tra i caracidi, è basata sulla produzione di un elevato numero di uova e sulla ripetizione frequente dell’evento riproduttivo durante la stagione favorevole, compensando così l’alta mortalità delle uova e degli avannotti. La sopravvivenza della prole dipende principalmente da fattori ambientali favorevoli e dalla capacità delle uova e degli avannotti di sfuggire alla predazione. Le uova leggermente adesive hanno una maggiore probabilità di rimanere nascoste tra la vegetazione o i detriti, riducendo il rischio di predazione. Lo sviluppo embrionale è relativamente rapido, con la schiusa che avviene generalmente entro 24-36 ore in condizioni ottimali di temperatura (24-26 °C). Gli avannotti appena schiusi rimangono inizialmente immobili o con movimenti minimi, utilizzando il loro sacco vitellino come fonte di nutrimento per i primi 2-3 giorni. Questa immobilità, insieme alla loro trasparenza, rappresenta una strategia per evitare l’attenzione dei predatori. Solo dopo l’assorbimento del sacco vitellino iniziano a nuotare attivamente e a nutrirsi di microorganismi presenti nell’ambiente, iniziando la fase di vita libera con tutti i rischi e le opportunità che essa comporta.
Riproduzione in acquario
La riproduzione in acquario è relativamente semplice da ottenere con la giusta preparazione. Il condizionamento dei riproduttori richiede un periodo di 2-3 settimane durante il quale devono essere alimentati abbondantemente con cibi vivi come Daphnia, larve di zanzara rossa e Artemia appena schiusa, preferibilmente arricchita con acidi grassi omega-3. È consigliabile separare i sessi per 7-10 giorni prima del tentativo di riproduzione per aumentare la motivazione riproduttiva. La manipolazione dei parametri ambientali è fondamentale: si dovrebbe simulare l’arrivo della stagione delle piogge riducendo gradualmente la durezza dell’acqua fino a 3-5 °dGH e il pH a 6.0-6.5, abbassando leggermente la temperatura a 22-23 °C per poi riportarla lentamente a 25-26 °C. Piccoli cambi d’acqua giornalieri (10-15%) con acqua più morbida e leggermente più calda possono simulare efficacemente le piogge tropicali. Il setup pre-riproduttivo ideale prevede l’aggiunta di foglie di mandorlo indiano o quercia per rilasciare tannini e l’incremento graduale del fotoperiodo fino a 12-14 ore. I riproduttori dovrebbero essere introdotti nell’acquario di riproduzione nel tardo pomeriggio, preferibilmente in proporzione di due femmine per ogni maschio per ridurre lo stress sulle singole femmine e aumentare le probabilità di successo.
Vasca
L’acquario di riproduzione dovrebbe avere dimensioni contenute, idealmente 40-60 litri, con una base di circa 50×30 cm. Una vasca di dimensioni ridotte facilita il ritrovamento delle uova e degli avannotti, oltre a permettere un migliore controllo dei parametri. La configurazione dovrebbe essere relativamente semplice ma funzionale, con alcuni elementi essenziali: un substrato sottile di sabbia scura fine (1-2 cm) o, in alternativa, un fondo nudo per facilitare la raccolta delle uova; una densa vegetazione in alcune aree dell’acquario, preferibilmente piante a foglia fine come Myriophyllum, Cabomba o muschi acquatici che serviranno come substrato di deposizione; alcune radici o legni per creare rifugi. È essenziale un sistema di filtrazione delicato, preferibilmente un filtro a spugna alimentato ad aria, posizionato in un angolo e regolato al minimo per evitare che le uova o gli avannotti vengano aspirati. L’illuminazione deve essere tenue, idealmente filtrata da piante galleggianti o con un sistema dimmerabile. Un coperchio è necessario per mantenere l’umidità e la temperatura stabili, oltre a prevenire salti. È consigliabile un riscaldatore affidabile con termostato preciso, possibilmente schermato per evitare che i pesci possano bruciarsi. L’acquario dovrebbe essere posizionato in un luogo tranquillo, lontano da fonti di disturbo e vibrazioni che potrebbero stressare i riproduttori.
Substrato
Per la riproduzione, il substrato riveste un ruolo importante sia come elemento funzionale che estetico. Sono possibili diversi approcci, ciascuno con vantaggi specifici. Una soluzione efficace consiste nell’utilizzo di una rete a maglia fine (2-3 mm) posizionata a circa 2-3 cm dal fondo dell’acquario. Questo sistema permette alle uova di cadere attraverso la rete fino al fondo, proteggendole dal cannibalismo dei genitori. In alternativa, si può optare per un sottile strato (1-2 cm) di sabbia scura fine, che fornisce un contrasto visivo per individuare facilmente le uova chiare e permette una facile pulizia. Per un approccio più naturalistico, è possibile utilizzare un substrato più spesso (3-4 cm) nelle aree perimetrali, lasciando una zona centrale con sabbia più sottile o nuda per la raccolta delle uova. Come substrato di deposizione vero e proprio, sono particolarmente efficaci piante a foglia fine come Cabomba caroliniana, Myriophyllum aquaticum o muschi acquatici come Taxiphyllum barbieri. In alternativa o in aggiunta, si possono utilizzare spawning mops, specifiche matasse di filamenti sintetici che imitano la vegetazione fine, disponibili commercialmente o facilmente realizzabili con filo acrilico verde o marrone. Questi substrati artificiali hanno il vantaggio di essere facilmente rimovibili per il trasferimento delle uova in un acquario di incubazione separato, se si opta per questa tecnica. Qualunque sia la soluzione scelta, è fondamentale che il substrato sia pulito e maturo, privo di residui organici in decomposizione che potrebbero compromettere la qualità dell’acqua durante il delicato periodo di sviluppo delle uova.
Parametri dell’acqua
Per stimolare la riproduzione è fondamentale ricreare le condizioni chimiche delle acque native durante la stagione delle piogge. I valori ottimali includono un pH compreso tra 6.0 e 6.5, leggermente più acido rispetto alle condizioni di mantenimento. La durezza generale (GH) dovrebbe essere bassa, idealmente tra 3 e 5 °dGH, mentre la durezza carbonatica (KH) dovrebbe mantenersi tra 2 e 4 °dKH per garantire una minima stabilità del pH. La temperatura dovrebbe essere leggermente più elevata rispetto alle condizioni di mantenimento, tra 25 e 26 °C, con oscillazioni giornaliere minime. La conduttività elettrica dovrebbe essere mantenuta relativamente bassa, preferibilmente sotto i 200 μS/cm. È essenziale che ammoniaca e nitriti siano completamente assenti (0 mg/l), mentre i nitrati dovrebbero essere mantenuti sotto i 10 mg/l. Per ottenere questi parametri, è generalmente necessario utilizzare acqua osmotizzata o demineralizzata, eventualmente ricostituita con minime quantità di sali minerali specifici, o acqua piovana raccolta in aree non inquinate. L’aggiunta di estratto di torba filtrato o foglie di mandorlo indiano aiuta a raggiungere il pH desiderato e crea un ambiente leggermente tannino che simula le condizioni naturali. La stabilità dei parametri è cruciale durante tutto il processo riproduttivo, quindi è consigliabile monitorarli quotidianamente con test accurati. Piccoli cambi d’acqua giornalieri (5-10%) con acqua preparata identicamente possono simulare le piogge e stimolare la deposizione, oltre a mantenere la qualità dell’acqua ottimale durante il periodo di sviluppo delle uova e degli avannotti.
Ciclo di riproduzione
Preparazione dei pesci
La selezione dei riproduttori deve basarsi su esemplari adulti di almeno 10-12 mesi di età, in perfetta salute e con colorazione ottimale. I maschi ideali presentano colorazione intensa, pinne integre e comportamento attivo, mentre le femmine dovrebbero mostrare un addome arrotondato ma non eccessivamente dilatato, segno di uova in sviluppo ma non ancora pronte per la deposizione immediata. È consigliabile selezionare riproduttori non imparentati per evitare problemi di consanguineità. L’alimentazione preparatoria è cruciale e dovrebbe iniziare 2-3 settimane prima del tentativo di riproduzione. Il regime alimentare ottimale include 3-4 pasti giornalieri di piccole quantità di cibo vivo come Daphnia, Artemia appena schiusa (preferibilmente arricchita con emulsioni di acidi grassi), larve di zanzara rossa e piccoli vermi come Grindal. Questi alimenti ricchi di proteine e grassi favoriscono lo sviluppo di uova e sperma di alta qualità. La separazione dei sessi per 7-10 giorni prima dell’introduzione nell’acquario di riproduzione può aumentare significativamente la motivazione riproduttiva. Durante questo periodo di separazione, i maschi possono essere mantenuti in piccoli gruppi, mentre le femmine dovrebbero essere alimentate ancora più abbondantemente per favorire la maturazione delle uova. L’acclimatazione all’acquario di riproduzione deve avvenire gradualmente, trasferendo i pesci preferibilmente la sera e mantenendo l’illuminazione tenue per ridurre lo stress.
Corteggiamento
Il corteggiamento in acquario inizia generalmente nelle prime ore del mattino, poco dopo l’accensione delle luci, e può protrarsi per diverse ore. Il maschio inizia con un’intensa esibizione della sua colorazione, nuotando con movimenti ondulatori accentuati che mettono in risalto i riflessi metallici e le pinne. Si posiziona strategicamente nel territorio scelto, spesso vicino a piante o al substrato di deposizione, ed esegue rapidi scatti laterali quando una femmina si avvicina. Questi movimenti a zig-zag sono intervallati da pause durante le quali il maschio si dispone perpendicolarmente alla femmina, mostrando il fianco nella sua massima estensione e tremando leggermente. La femmina ricettiva risponde avvicinandosi cautamente, con movimenti più contenuti ma diretti verso il maschio. Man mano che aumenta l’interesse, la femmina inizia a nuotare parallelamente al maschio, occasionalmente tremando a sua volta. Questa fase può durare da 30 minuti a diverse ore, con intensità crescente. I segnali di ricettività della femmina includono un nuoto più attivo, la colorazione leggermente più chiara e la tendenza a seguire il maschio verso il substrato di deposizione. Le condizioni ambientali ottimali per stimolare questo comportamento includono illuminazione tenue, acqua leggermente acida e molto morbida, e assenza di disturbi esterni. L’intero processo è più probabile che avvenga dopo un cambio parziale di acqua con acqua leggermente più fresca, simulando le piogge naturali. Se nell’acquario sono presenti più maschi, possono verificarsi competizioni per le femmine, con display territoriali e inseguimenti che generalmente non sfociano in aggressioni serie.
Deposizione
La deposizione delle uova avviene attraverso una serie di brevi atti riproduttivi che si svolgono tipicamente nelle prime ore della mattina. Quando il corteggiamento raggiunge il culmine, la coppia si posiziona vicino al substrato scelto, sia esso una pianta a foglia fine, un muschio o uno spawning mop artificiale. I due pesci si affiancano con i corpi leggermente incurvati l’uno verso l’altro, formando una caratteristica posizione a T o a U. Con un rapido tremito sincronizzato che dura 1-2 secondi, la femmina rilascia un piccolo gruppo di 10-20 uova mentre il maschio emette contemporaneamente lo sperma. Immediatamente dopo, può verificarsi un momento di apparente confusione, seguito da un breve inseguimento prima che la coppia si riposizioni per un nuovo rilascio. Questo ciclo si ripete a intervalli di 5-15 minuti per un periodo che può durare da 1 a 3 ore. Complessivamente, una femmina può deporre 500-1000 uova in una singola sessione riproduttiva. Le uova sono piccole (circa 1 mm), trasparenti o leggermente ambrate, e leggermente adesive. Cadono attraverso il substrato o aderiscono temporaneamente alla vegetazione prima di staccarsi. Dopo la deposizione, è consigliabile rimuovere immediatamente i genitori per evitare il cannibalismo, utilizzando un retino a maglia fine e movimenti lenti per minimizzare lo stress. In alternativa, se si utilizza una griglia sul fondo, le uova saranno naturalmente protette cadendo sotto di essa. Se si opta per il trasferimento delle uova in un acquario di incubazione separato, questo dovrebbe avere parametri identici all’acquario di riproduzione e un sistema di filtrazione molto delicato o assente, sostituito da leggera aerazione.
Sviluppo embrionale
Lo sviluppo embrionale segue una timeline relativamente rapida. Nelle prime 4-6 ore dopo la fecondazione, si può osservare la formazione del disco embrionale e l’inizio della segmentazione cellulare. Entro 12 ore, è visibile l’abbozzo dell’embrione con la formazione dell’asse corporeo. A 18-20 ore, si possono distinguere la testa e la coda, e diventa visibile il battito cardiaco. La schiusa avviene generalmente tra le 24 e le 36 ore dalla fecondazione, a seconda della temperatura dell’acqua (più rapida a 26 °C, più lenta a 24 °C). Le condizioni ambientali ottimali durante questo periodo prevedono temperatura stabile tra 24 e 26 °C, pH tra 6.0 e 6.5, e completa assenza di ammoniaca e nitriti. L’illuminazione dovrebbe essere molto tenue o indiretta per evitare la crescita di muffe sulle uova. È possibile aggiungere un antimicotico specifico per acquari in dose preventiva, o in alternativa una goccia di blu di metilene per 5 litri d’acqua. I segni di sviluppo normale includono uova trasparenti con embrione visibile, mentre uova bianche opache indicano mancata fecondazione o morte embrionale e dovrebbero essere rimosse delicatamente con una pipetta per prevenire contaminazioni fungine. Per proteggere le uova da patologie, oltre ai trattamenti preventivi, è fondamentale mantenere un’eccellente qualità dell’acqua con piccoli cambi giornalieri (5-10%) utilizzando acqua identica per parametri e temperatura. Durante questo periodo è consigliabile evitare qualsiasi intervento non necessario nell’acquario, per ridurre al minimo il rischio di danneggiare le delicate uova in sviluppo.
Cura degli avannotti
Dopo la schiusa, gli avannotti rimangono inizialmente immobili o con movimenti minimi, attaccati a superfici verticali o adagiati sul fondo. In questa fase sono estremamente vulnerabili, misurano circa 3-4 mm e sono quasi completamente trasparenti eccetto per gli occhi pigmentati. Per i primi 2-3 giorni si nutrono esclusivamente del loro sacco vitellino e non necessitano di alimentazione esterna. I requisiti ambientali in questa fase critica includono acqua perfettamente pulita con parametri identici a quelli di schiusa, illuminazione molto tenue e assoluta assenza di correnti. È fondamentale mantenere un filtro a spugna regolato al minimo o utilizzare un sistema di filtrazione per sola areazione. Quando il sacco vitellino è quasi completamente assorbito, generalmente al 3°-4° giorno, gli avannotti iniziano a nuotare liberamente in verticale e devono iniziare ad alimentarsi. Il primo cibo deve essere estremamente piccolo: infusori, rotiferi o colture commerciali di microorganismi sono ideali. Questi alimenti dovrebbero essere somministrati in piccole quantità 4-5 volte al giorno. Dal 7°-8° giorno, è possibile introdurre naupli di Artemia appena schiusi e setacciati per selezionare i più piccoli. La frequenza alimentare ottimale è di 4-5 pasti giornalieri, ciascuno in quantità tale da essere consumato in 5-10 minuti. È essenziale rimuovere quotidianamente i residui di cibo non consumato con una pipetta e effettuare piccoli cambi d’acqua giornalieri (10-15%) con acqua identica per temperatura e parametri. Particolare attenzione va posta alla qualità dell’acqua, poiché gli avannotti sono estremamente sensibili all’accumulo di ammoniaca e nitriti; un sistema di filtrazione biologica ben avviato è fondamentale in questa fase.
Sviluppo dei giovani esemplari
Lo sviluppo dei giovani procede relativamente rapidamente. Nella seconda settimana di vita (7-14 giorni), gli avannotti raggiungono circa 5-6 mm e iniziano a sviluppare una pigmentazione leggera, con la comparsa della caratteristica macchia omerale. In questa fase possono essere alimentati con naupli di Artemia e microworm. Tra la terza e la quarta settimana (15-28 giorni), raggiungono 8-10 mm e la loro colorazione diventa più definita, con la comparsa della seconda macchia sul peduncolo caudale e l’inizio della differenziazione tra maschi e femmine. L’alimentazione può includere Artemia adulta finemente tritata, piccoli dafnidi e alimenti commerciali in polvere fine. Dal secondo mese (29-60 giorni), i giovani misurano 12-15 mm e mostrano già la colorazione tipica della specie, sebbene meno intensa degli adulti. Il dimorfismo sessuale diventa più evidente. A questo punto possono accettare piccoli fiocchi e granuli specifici per avannotti. Dal terzo al quarto mese (61-120 giorni), raggiungono i 20-25 mm e sono considerati sub-adulti, con colorazione quasi completa e dimorfismo sessuale ben definito. L’evoluzione dell’alimentazione deve seguire questa crescita, partendo da alimenti vivi microscopici nelle prime settimane per arrivare gradualmente a una dieta simile a quella degli adulti intorno al terzo mese, sempre privilegiando cibi di alta qualità e ricchi di proteine per sostenere la rapida crescita.
Gestione dell’acquario di crescita
Per lo sviluppo ottimale dei giovani, è necessario trasferirli dall’acquario di schiusa a un acquario di crescita più spazioso quando raggiungono circa 1 cm di lunghezza, generalmente intorno al 30° giorno. La configurazione ideale prevede un acquario di 60-80 litri per 50-100 avannotti, con base rettangolare per massimizzare la superficie di nuoto. Il substrato dovrebbe essere scuro ma minimalista, preferibilmente sabbia fine in uno strato sottile per facilitare la pulizia. La filtrazione deve essere efficiente ma delicata, idealmente con un filtro a spugna di media potenza o un piccolo filtro esterno con flusso regolabile e prefiltro sulla presa d’acqua. I parametri ambientali possono essere gradualmente avvicinati a quelli degli adulti, con pH 6.0-7.0 e GH 4-10 °dGH, mantenendo la temperatura tra 24 e 26 °C. L’illuminazione dovrebbe essere moderata, con un fotoperiodo di 10-12 ore. Il regime alimentare intensivo prevede 3-4 pasti giornalieri di piccole quantità, alternando cibo vivo (Artemia, piccoli dafnidi, grindal worm) con mangimi di alta qualità in fiocchi fini o granuli. Il protocollo di manutenzione dedicato include cambi d’acqua del 20-25% due volte a settimana, sifonatura delicata del fondo per rimuovere detriti e residui alimentari, e pulizia regolare del sistema di filtrazione senza sostituire completamente i materiali filtranti per preservare i batteri benefici. È fondamentale monitorare frequentemente ammoniaca, nitriti e nitrati, mantenendo i primi due a 0 mg/l e i nitrati sotto i 20 mg/l. Man mano che i giovani crescono, è consigliabile ridurne gradualmente la densità attraverso trasferimenti successivi o l’ampliamento dell’acquario, per evitare competizione e garantire una crescita ottimale.
Sviluppo comportamentale e socializzazione
I giovani seguono un pattern di crescita relativamente rapido nei primi tre mesi, con un rallentamento progressivo fino al raggiungimento della taglia adulta intorno al sesto-settimo mese. La crescita non è perfettamente lineare, con periodi di accelerazione spesso coincidenti con cambi alimentari o miglioramenti delle condizioni ambientali. Lo sviluppo della colorazione adulta avviene gradualmente: a circa 30-40 giorni compare la caratteristica macchia omerale, seguita dalla macchia sul peduncolo caudale. La pigmentazione di base diventa progressivamente più definita, con la comparsa della linea laterale argentea intorno al secondo mese. I riflessi metallici tipici e le colorazioni delle pinne si sviluppano completamente solo verso il quarto mese. Il dimorfismo sessuale inizia a manifestarsi intorno al 60° giorno con lievi differenze nella forma del corpo, diventando inequivocabile al terzo mese quando le femmine sviluppano un addome più rotondeggiante e i maschi una colorazione più intensa. Per una crescita ottimale è essenziale una nutrizione ricca di proteine (40-45%) e grassi di alta qualità (8-10%), con particolare attenzione a micronutrienti come carotenoidi e astaxantina che favoriscono lo sviluppo della colorazione. I comportamenti sociali evolvono gradualmente: inizialmente gli avannotti mostrano un comportamento di banco molto coeso, mentre con la crescita emerge una struttura sociale più complessa. Intorno al terzo mese si formano le prime gerarchie, con i maschi più grandi che iniziano a stabilire dominanze attraverso display laterali e brevi inseguimenti. Le dimensioni ottimali del gruppo in questa fase prevedono 15-20 esemplari per ridurre l’aggressività individuale e distribuire le interazioni sociali. L’arricchimento ambientale appropriato include zone con diversa densità di vegetazione, che permettono la formazione di territori visivi senza eccessiva competizione, e spazi aperti sufficienti per i display sociali e il nuoto in banco.
Preparazione alla maturità sessuale
I primi indicatori di maturità imminente si manifestano intorno al quinto-sesto mese di età. Nei maschi, si osserva un’intensificazione della colorazione con riflessi metallici più pronunciati e tonalità più vivaci alla base della pinna dorsale e sul lobo superiore della caudale. Le femmine mostrano un addome progressivamente più rotondeggiante anche in assenza di sovralimentazione. Il comportamento diventa più territoriale nei maschi, con frequenti display laterali e inseguimenti brevi. L’ottimizzazione delle condizioni per la maturità sessuale include un leggero abbassamento della temperatura (1-2 °C) seguito da un graduale rialzo, simulando le variazioni stagionali. L’alimentazione dovrebbe essere intensificata con maggiore apporto di cibo vivo ricco di proteine e acidi grassi essenziali. Per simulare i trigger ambientali naturali, è efficace introdurre piccoli cambi d’acqua giornalieri (10%) con acqua leggermente più morbida e acida, aumentando gradualmente il fotoperiodo fino a 12-14 ore. La selezione per programmi di riproduzione dovrebbe privilegiare esemplari non imparentati, con colorazione intensa, buona conformazione e comportamento vivace. Le considerazioni genetiche includono l’evitare la riproduzione tra individui consanguinei e selezionare riproduttori con caratteristiche tipiche della specie, evitando esemplari con anomalie morfologiche o comportamentali per mantenere la purezza della linea. Una corretta preparazione alla maturità sessuale non solo aumenta le probabilità di successo riproduttivo ma contribuisce anche alla salute generale e alla longevità dei riproduttori, permettendo cicli riproduttivi ripetuti nel tempo con risultati ottimali.
Distribuzione
Sud America.
Località tipo: Fiume Suriname nei pressi di Paramaribo, Suriname.
L’areale comprende principalmente i bacini fluviali del Sud America settentrionale e centrale, includendo i sistemi del Rio delle Amazzoni, Rio São Francisco, Rio Paraná e numerosi fiumi costieri del Brasile orientale, oltre ai corsi d’acqua di Venezuela, Colombia, Guyana, Suriname e Guyana Francese.